Il progetto “Oncowellness” di Pfizer: testimonial lo chef Cracco
Milano, 9 giu. (askanews) – Tra cibo e tumori esiste un legame molto stretto, e perciò un’alimentazione corretta, sana, varia ed equilibrata è fondamentale per affrontare con successo percorsi debilitanti come quelli previsti dalle terapie oncologiche tradizionali. Non a caso, quest’anno è Carlo Cracco, chef di fama internazionale che ha conquistato 5 stelle Michelin, il testimonial di “Oncowellness”, il progetto lanciato nel 2022 da Pfizer con l’obiettivo di migliorare il benessere e la qualità della vita dei malati di tumore. “Sicuramente – racconta Cracco ad askanews – le cose fatte bene fanno bene anche al nostro corpo e quindi non ci procurano danni. La corretta alimentazione è una cultura”.Così, lo chef pluristellato ha ideato un ricettario ad hoc per i pazienti oncologici: una serie di video-ricette esclusive, tutte disponibili gratuitamente sulla piattaforma Oncowellness, in grado di coniugare gusto, appetito e vantaggi nutrizionali: “Queste ricette – precisa – sono più legate a una parte ovviamente scientifica che ci viene trasmessa da chi fa questi studi e che noi cerchiamo di far diventare il più possibile appetibili: non deve essere una negazione ma deve essere un piacere magiare poter mangiare bene”.Oltre che sul valore di un’alimentazione varia ed equilibrata e di uno stile di vita sano, attivo e poco sedentario, la seconda edizione del progetto Oncowellness è focalizzata anche sull’importanza dei cosiddetti trattamenti non farmacologici integrati: “Le principali terapie integrate in oncologia compendono la mindfulness, cioè una forma di meditazione associata a una psicoterapia, ma anche altre forme di meditazione come yoga o qui gong, l’agopuntura, alcune forme di massaggio terapia come shiatsu o riflessologia, e infine la musicoterapia – ci spiega Stefano Magno, Responsabile del Centro Komen Italia per i trattamenti integrati in oncologia Fondazione Policlinico Gemelli -. Ciascuna di queste terapie o trattamenti ha delle indicazioni specifiche per specifici disturbi”.Un progetto voluto e sostenuto con forza da un colosso globale della farmaceutica del calibro di Pfizer: “L’idea di andare oltre lo sviluppo dei farmaci è ormai un dovere nei confronti della comunità di pazienti, dei clinici e dei caregiver, quindi di coloro che stanno vicino ai pazienti, e delle persone in generale – evidenzia Biagio Oppi, External Communications Director di Pfizer in Italia -. Pfizer dopo il Covid è diventata talmente nota che che deve restituire in parte alla società altre cose. Nel caso del paziente, quindi del progetto Oncowellness, parliamo di considerare le persone qualcosa di più che persone da trattare con un farmaco ma persone a cui migliorare la qualità di vita”.