Metodo multimodale per un recupero completo

Roma, 2 ago. (askanews) – Juan Carlos Ghezzi si definisce da sempre un “maniaco della fisioterapia”: per tutta la sua carriera ha cercato di ampliarele sue conoscenze in questo campo. Il professionista, da sempre innamorato del suo lavoro, racconta in che modo è riuscito a creare un metodo multimodale in grado di trattare la globalità e velocizzare il recupero:”Il metodo multimodale si lega ai tanti anni di esperienza nel corso dei quali ho cercato di approfondire al meglio tutte le tematiche in ambito terapeutico, mi sono così accorto che la semplice formazione data dall’Università può risultaredeficitaria – dice Ghezzi -. Così ho approfondito, andando a studiare all’estero,soprattutto in Spagna ed Australia, dove la fisioterapia utilizza degli approcci con cui non si andava ad effettuare una semplice seduta in cui trattare solo la componente anatomica e il sintomo del paziente ma si andasse a creare un percorso all’interno del quale il paziente poteva usufruire di più tecniche e più terapie all’interno della stessa seduta, quindi nella stessa giornata”.Spieghiamo meglio cosa significa:”Nel mio caso ho visto che approcciare il paziente con più tecniche in una modalità globale nella stessa seduta, trattando la colonna, la muscolatura quadricipitale, flessoria, utilizzare una tecnica di fibrolisi, una di neomodulazione non invasiva a livello dell’innervazione, ad esempio parlando del tendine rotuleo l’innervazione del nervo femorale piuttosto che del nervosafeno o altro. Posso utilizzare l’onda d’urto, o un laser, e nei paesi dove è consentito anche le tecniche invasive. Si tratta di un percorso all’interno del quale il paziente può essere sottoposto a una seduta anche di due o tre ore, con più tecniche e più tecnologie”.Un metodo che è divenuto modello nella fisioterapia. Partendo da Crema, dove è previsto anche un forte ampliamento degli spazi a disposizione dei pazienti. E non solo: “Ho avuto la necessità di uno spazio molto più ampio, non solo per soddisfare un numero maggiore di pazienti ma anche per dare un servizio qualitativamente migliore. Oggi vedo dai 90 ai 100 calciatori professionisti per quel che riguarda lo sport, insieme ad altre tipologie di pazienti. A Crema l’obiettivo è creare un centro che sarà il punto di riferimento della fisioterapiaitaliana ed internazionale, con collaborazioni con docenti e professori a livello appunto internazionale, provenienti non solo dall’Europa ma anche da altri continenti. Un centro dove avere il meglio della fisioterapia potendo creare anche una academy dove i miei collaboratori e i fisioterapisti italiani possano ricevere una formazione ai massimi livelli”.

Juan Carlos Ghezzi, l’approccio innovativo della fisioterapia