Piano da 3 miliardi. Presentato l’Unità di intelligenza ambientale
Rimini, 9 nov. (askanews) – Un grande centro di monitoraggio ambientale, una banca integrata che legge i dati anche in una chiave previsionale. Si chiama “Unità di intelligenza ambientale” è nasce con l’obiettivo di creare un’intelligenza che previene gli eventi legati al maltempo e che orienta le decisioni future in campo ambientale. Il progetto della Regione Campania è stato presentato a Ecomondo di Rimini assieme al piano di autonomia idrica e e gestione delle grandi reti.”Noi partiamo da un presupposto – ha spiegato il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca -: il tema dell’acqua e delle forniture idriche sarà il tema del futuro, non c’è da illudersi quindi dobbiamo prepararci per tempo a tutelare questa risorsa che sta diventando preziosa. Dobbiamo prepararci per tempo ad essere autonomi”.L’investimento per il piano per l’autonomia idrica è di 3 miliardi di euro. Si interverrà, tra l’altro, sulle sorgenti, sulla realizzazione di invasi collinari, sulle reti per evitare la dispersione del 40% delle risorse. “Pensiamo di intervenire in tutti i comparti – ha aggiunto il governatore -: potabile, per uso agricolo-industriale e recupero delle reti. E’ un percorso ambizioso che contiamo di completare in tempi medi tra 3 o 5 anni”.Una sfida importante per un piano rivoluzionario in Campania. “Come tutti i grandi interventi – ha spiegato il vicepresidente e assessore all’ambiente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola – richiede grandi impegni tecnici, professionali, scientifici e imprenditoriali. Trattandosi di una società mista a partecipazione prevalentemente pubblica ma con capitale privato faremo una gara per individuare dei nostri partner che speriamo siano tra i più importanti e prestigiosi del settore”.Un piano, come è stato ribadito a Ecomondo, che richiede l’impegno di tutti, come ha ricordato Claudia Conte, giornalista e attivista, che ha intervistato a Ecomondo il governatore De Luca: “Tutti i cittadini possono contribuire alla transizione ecologica, le istituzioni e la politica possono farlo mettendo in atto programmi che abbiano una visione, a lungo termine, piani contro il dissesto idrogeologica e fare prevenzione. Ma anche i comuni cittadini possono contribuire ovviamente al cambiamento con azioni quotidiane rispettose della casa comune, l’ambiente”.