Luca Parmitano: un velivolo ipersonico italiano? Sarei pronto a collaudarlo

Pozzuoli (Na), 9 nov. (askanews) – Dalla fantascienza alla realtà, il passo non è così lungo e quello che Hollywood, per ora, ha solo immaginato presto potrebbe far parte della nostra quotidianità. Andare in 3 ore da Bruxelles a Sidney, per esempio, trasportando persone e merci a tempo di record, connettendo il mondo in modo più rapido e semplice. E , poi, fare ricerca scientifica aerospaziale e implementari nuovi sistemi nel campo della Difesa e Sicurezza. Sono queste le implicazioni dello sviluppo della propulsione ipersonica, al centro del simposio organizzato all’accademia Aeronautica di Pozzuoli (Na) nell’ambito delle attività per celebrare il Centenario dell’Arma Azzurra. Il Generale di Squadra Aerea Luca Goretti, Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica.”È una sfida – ha detto Goretti – ci sono delle criticità, principalmente quella della realtà della sviluppo della tecnologia ma ci sono delle grosse opportunità che, sono convinto, insieme all’industria, al al mondo accademico e alla ricerca e insieme a una volontà politica come quella che vedo in questo momento e ringrazio il ministro della Difesa per l’opportunità che ci offre, consente a tutti quanti noi di poter affrontare questa sfida con atteggiamento positivo”.Alcuni tra i maggiori esperti italiani del settore hanno discusso delle necessità, in termini di ricerca ingegneristica e finanziamenti, per affrontare la sfida del volo a velocità di 8 o 10 volte superiori a quella del suono. Tra loro il Generale di Brigata Aerea Davide Cipelletti, Capo dell’Ufficio generale per lo Spazio dello Stato Maggiore della Difesa e Tommaso Ghidini , Capo della Divisione Strutture, Meccanismi e Materiali dell’Esa (Agenzia Spaziale Europea) e ufficiale della Riserva dell’Aeronautica Militare.”Le ricadute sono molteplici – ha detto – prima di tutto dobbiamo chiederci quali sono le tecnologie che ci servono per fare un volo di questo tipo. Semplicissimo: propulsione, materiali, strutture, capacità quindi di volare ad altissime temperature e di volare in maniera precisa, quindi navigazione. Tutte queste tecnologie ce le ritroveremo poi in ambienti molto più vicini a noi come ad esempio il volo. Il volo per il trasporto passeggeri, attuale, sulla Terra ma anche il volo stesso che potrebbe portarci addirittura fuori dall’atmosfera. Volare quindi molto più velocemente e raggiungere i nostri cari molto più rapidamente, quindi avvicinare il mondo”.In collegamento dalla Nasa a Houston, inoltre, c’era anche il Colonnello Luca Parmitano, astronauta italiano dell’Esa, già comandante della Stazione Spaziale Internazionale e pilota sperimentatore dell’Aeronautica Militare.”È indispensabile agire adesso – ha detto Parmitano – investire su queste risorse per potenziarle e permettere al nostro personale, le nostre donne e i nostri uomini, non solo nella Forza Armata ma anche della vita civile, di poter eccellere nel campo della ricerca e la sperimentazione e nella produzione di futuri veicoli ipersonici, trasnonici e spaziali. Io spero di essere considerato ancora un pilota sperimentatore e sarei ben pronto a sperimentare un sistema italiano”.

Il volo ipersonico come prospettiva per il futuro, il simposio dell’Aeronautica