Partnership e condivisione delle competenze sono la chiave
Roma, 15 dic. (askanews) – Esattamente 45 anni anni fa il Parlamento italiano approvava la legge numero 833 che sanciva l’istituzione del primo Servizio Sanitario Nazionale basato sui tre principi di universalità, uguaglianza ed equità. Le prospettive della sanità in Italia sono state al centro di una discussione promossa nell’ambito del terzo appuntamento del ciclo “Principi Attivi”. Il format voluto da Boehringer Ingelheim si è soffermato su sui momenti cardine della storia del SSN. Ad aprire i lavori è stato Giorgio Mulé, Vice Presidente della Camera dei Deputati: “Dobbiamo pensare al futuro soprattutto di chi si affaccia alla terza età ed ha quindi bisogno di un’assistenza che non è più quella classica ma di una medicina di prossimità declinata con le nuove tecnologie senza mai rinunciare al rapporto con il medico. Dobbiamo quindi agire su due fronti, quello professionale legato ad infermieri e medici e quello della tecnologia sulla medicina di prossimità”.In merito a quale dovrebbe essere la migliore collaborazione tra pubblico e privato ha parlato con noi Morena Sangiovanni, Presidente di Boehringer Ingelheim Italia: “In questo momento in Italia con la Missione Salute del PNRR e le risorse che a questo sono collegate, se mettiamo insieme le nostre competenze e tutti gli attori del sistema l’impresa privata e il settore pubblico, possiamo verificare insieme i bisogni principali lavorando insieme perché il nostro servizio sanitario nazionale ha già dimostrato, con tutti i suoi limiti, di poter realizzare la missione originaria deve diventare ancora più forte negli anni a venire”. Il modello italiano di sanità rappresenta dunque un esempio di inclusione unico al mondo, ma non si può negare che l’equazione tra accesso alla salute ed equità sociale rimanga, ancora oggi, uno dei maggiori temi di discussione e che rappresenti ancora un obiettivo da completare.