Rousseau si dimette, Macron: non è un testo che ci disonora
Parigi, 20 dic. (askanews) – Dopo una lunga lotta politica in Francia, è stata approvata la nuova, controversa, legge sull’immigrazione con notevoli restrizioni che sta mandando in tilt il governo francese, se non altro perché si tratta di una legge molto vicina alle idee della destra estrema, tanto che la stessa Marine Le Pen si è detta entusiasta del risultato raggiunto, definendo la nuova legge “una vittoria”.In effetti, il governo Macron è arrivato alla legge approvata, in parte spinto da tattiche elettorali e in parte dalla pressione dell’opposizione.Il disegno di legge sull’immigrazione, adottato dall’Assemblea nazionale con 349 voti favorevoli e 186 contrari, tra le altre cose, limita i benefici sociali per gli stranieri che devono essere in Francia da almeno 5 anni per avere diritto alle prestazioni, requisito che viene ridotto a 30 mesi per coloro che lavorano.Inoltre, rende più restrittiva la concessione della cittadinanza francese ai figli di stranieri e consente di negare la cittadinanza francese a coloro che hanno la doppia cittadinanza condannati per reati gravi, inasprisce la legislazione sugli studenti stranieri e fissa quote per il numero di immigrati.Posizioni così estreme da generare un vero e proprio terremoto nell’esecutivo di Macron: il ministro della Salute, Aurélien Rousseau che ha rassegnato le dimissioni, venendo rimpiazzato da Agnés Firmin Le Bodo. E le avevano minacciate anche quello della Casa, Patrice Vergriete e la ministra dell’Istruzione superiore, Sylvie Retailleau.Dal canto suo, il presidente Emmanuel Macron ha fatto sapere che trasmetterà il testo al Consiglio costituzionale per garantirne la regolarità. “Non è un testo che ci disonora – avrebbe detto, senza menzionare i dimissionari – chi dubita e non ha mai combattuto veramente, non ha lezioni da impartire”.”Il tema dell’immigrazione è anche pericoloso – ha riferito il portavoce del governo, Olivier Véran – perché siamo in maggioranza relativa nell’Assemblea nazionale, vale a dire che non possiamo decidere da soli. È un tema divisivo per eccellenza che porta con sé sempre sia verità sia falsità”.Il Consiglio costituzionale ha ora un mese per prendere una decisione. Ciò non può quindi costituire oggetto di alcun ricorso. Poi la promulgazione del testo, passaggio obbligato, spetta al Presidente della Repubblica Emmanuel Macron al quale appartiene tale autorità. Il Capo dello Stato ha 15 giorni di tempo per firmare la presente promulgazione prima della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale francese.Una delle ultime carte nelle mani dell’opposizione per fermare la legge – e in particolare della sinistra – è invece un referendum d’iniziativa condivisa.