Le istanze delle Associazioni in 4 punti

Roma, 20 feb. (askanews) – Maggior sostegno dai servizi socioassistenziali, più informazione su diritti e agevolazioni, supporto psicologico. Ma soprattutto la richiesta è che il loro ruolo venga finalmente riconosciuto e adeguatamente tutelato. Sono i caregiver italiani familiari o “informali”, un esercito di persone invisibili che assistono gratuitamente, volontariamente e continuativamente un familiare senza avere alle spalle una formazione specifica. In oltre la metà dei casi (55%) assistono un genitore, seguito dal partner (16%). Le attività di assistenza occupano circa 6 ore al giorno e comprendono il supporto affettivo e morale, la gestione della routine quotidiana del paziente, l’organizzazione di visite e terapie e il disbrigo della burocrazia medica, come le pratiche di invalidità e accompagnamento.Sono questi alcuni dati che emergono dall’indagine “Il caregiver nelle malattie rare, oncologiche e croniche” realizzata, su un campione di oltre 300 caregiver, da Elma Research nell’ambito del progetto “Caregiver, Valore per la Cura” promosso da AIPaSIM in partnership con Takeda con l’obiettivo di sensibilizzare istituzioni, opinione pubblica e media sul ruolo fondamentale svolto dai caregiver e sull’urgenza di dare risposte ai loro bisogni, promuovendone il riconoscimento giuridico e la tutela sociale ed economica.”Le dico solo un numero: 7 milioni di caregiver in Italia, persone che gratuitamente si occupano di dare assistenza ai malati che non sono più autosufficienti di patologie di lungo periodo. Questo dà la dimensione del problema sul quale ci stiamo muovendo”, afferma Giuseppe Cafiero Presidente AIPaSIM.Spiega Anna Maria Bencini General Manager Takeda Italia: “In Takeda abbiamo a cuore i pazienti e tutto il percorso di cura già da tempo. Già nel 2020 avevamo iniziato con un progetto ‘Il senso delle parole’ che si occupa della relazione medico-paziente in termini di comunicazione. Tenere in considerazione queste persone che dedicano parte della propria vita ad accudire familiari”.La campagna è supportata da una coalizione di 30 associazioni di pazienti attive nell’ambito delle malattie croniche, oncologiche e rare. A partire dai risultati dell’indagine AIPaSIM e le 30 associazioni hanno messo a punto un Position Paper con le richieste in 4 punti dei caregiver alle istituzioni: riconoscere la figura del caregiver, ampliare l’accesso ai servizi socioassistenziali, promuovere la formazione e l’informazione, dare supporto ai bisogni emotivi.”Siamo a un punto nel quale la ministra Locatelli ha convocato un tavolo per poter discutere di una proposta di legge che riguarda i caregiver facendo sintesi fra le varie proposte di legge presentate in questi anni. Il ruolo di UNIAMO in questo tavolo sarà quello di fare sintesi dei bisogni raccolti nella comunità rara e cercare di portare avanti tutte le istanze raccolte in questi anni”, conclude Annalisa Scopinaro, Presidente UNIAMO.

Caregiver familiari: un esercito invisibile di 7 milioni di persone