Terapie con cui convivere ed il servizio sanitario nazionale
Roma, 8 ott. (askanews) – Servono cure personalizzate per l’artrite reumatoide. E’ questa la richiesta del 79 per cento dei pazienti affetti da questa malattia. Il dato emerge dall’indagine che è stata presentata dalla senatrice Elena Murelli in un convegno a Palazzo Madama.Stefania Bassanini, head of medical affairs Italy della società Alfasigma, ha spiegato: “L’iniziativa di oggi ha messo attorno ad un tavolo tutti quelli che sono gli stakeholder che potenzialmente possono lavorare insieme proprio per andare a risolvere quelli che sono a tutt’oggi i bisogni insoddisfatti in questa area terapeutica”.Perché serve un approccio che non consideri solo gli aspetti clinici, ma anche quelli psicologici e sociali. Gian Domenico Sebastiani, presidente della Società italiana di reumatologia, aggiunge: “Sono stati fatti notevoli passi avanti nel campo del trattamento delle malattie reumatologiche, ad oggi disponiamo di numerosi farmaci innovativi veramente efficaci, che possono migliorare notevolmente la qualità di vita dei nostri pazienti. Aumentano ed incrementano la sopravvivenza fino a farla diventare pari quella della popolazione normale. Ed evitano soprattutto l’accumulo di danno ed invalidità”.L’artrite reumatoide è una malattia infiammatoria cronica autoimmune che chiama in causa ossa ed articolazioni. Colpisce più le donne degli uomini, in una fascia d’età compresa tra i 40 ed i 60 anni; ha una incidenza di 2-4 nuovi casi all’anno su 10mila individui.Bassanini avverte: “Il paziente chiede la possibilità di poter avere accesso a tutte le terapie disponibili per questa patologia ed inoltre che vi sia un approccio tempestivo nella diagnosi e presa in carico. Che l’accesso sia uguale in tutto il territorio italiano e che non ci siano differenze.Obiettivo della ricerca è proprio far emergere i bisogni non soddisfatti nella gestione dell’artrite reumatoide e portare all’attenzione delle istituzioni idee e modelli concreti.Perché – spiega Sebastiani – “si è aperto un panorama molto buono per i nostri pazienti che possono nutrire la speranza in un futuro veramente prossimo di disporre di reumatologi validi che li trattino, di farmaci molto validi per le loro malattie e di una assistenza da parte del servizio sanitario nazionale che finalmente possa prenderli in carico a tutto tondo”.Le disuguaglianze rischiano di compromettere l’accesso dei pazienti alle cure migliori. Il professor Sebastiani sottolinea: “Mancano reumatologi nel territorio, mancano strutture ospedaliere oppure sono molte poche, ed in alcune regioni mancano del tutto. Manca anche una organizzazione ospedale-territorio con una rete integrata. Quindi carenza di una rete assistenziale”.