La scrittrice coreana intervistata da askanewkl nel 2016

Milano, 10 ott. (askanews) – Un premio Nobel per la letteratura a sorpresa: lo ha vinto la scrittrice sudcoreana Han Kang. Nata nel 1970 aveva già vinto il Man Booker International Prize nel 2016, ma il Nobel è un riconoscimento che la proietta ora sotto i riflettori di tutto il mondo. Il libro che l’ha lanciata all’attenzione internazionale è stato “La vegetariana”, storia di una giovane donna che decide di diventare una pianta. In occasione della pubblicazione del romanzo in Italia, askanews ha incontrato la scrittrice.”La protagonista del libro – ci aveva spiegato Han Kang – ha questo desiderio: rifiutare di mangiare carne perché vuole rifiutare la brutalità degli uomini e quindi vuole diventare una pianta, crede di potersi trasformare in una pianta perché è per lei l’unico modo per non fare del male a nessuno e il solo modo in cui può salvare se stessa. Ma, ironia della sorte, in questo maniera si avvicina alla morte”.”Nel mondo della realtà – aveva aggiunto la scrittrice – lei appare pazza, ma nel suo universo lei è sana, forse troppo sana e questo desiderio di azzerare la violenza la spinge in questa curiosa direzione”.All’origine della trama del romanzo la scelta della giovane di diventare strettamente vegetariana e la rabbia che questa decisione innesca nel mondo intorno a lei, animato da un desiderio di sopraffazione, molto maschile e violento. Ma la scrittura di Han, che pure usa la lingua come un coltello capace di scorticare la pelle del lettore e sollevare dubbi e ambivalenze della miglior specie, è animata a sua volta da quello che a noi appare un fortissimo desiderio di letteratura. Che giustamente nelle pagine del libro prende forme diverse.”Non è sempre desiderio – ci aveva detto – a volte è un’agonia, una lotta per capire qualcuno, un movimento verso le motivazioni più profonde”.Ecco, l’aggettivo profondo può forse essere la chiave per addentrarsi nel mondo disturbante de “La vegetariana”, un luogo letterario che brucia, silenziosamente ma inesorabilmente, nel quale, attraverso la figura bartlebiana di Yeong-hye, si rinnova il mistero dell’umano.”Lei è così determinata – ha concluso Han Kang – e vuole azzerare la violenza, al prezzo stesso della propria vita, vita e morte non sono più importanti per lei”.Importante invece per Han Kang resterà questo 10 ottobre 2024, il giorno del Nobel, che forse avrà sorpreso lei per prima.

La vegetariana Han Kang, un Nobel che parte da un “no”