Una mostra per indagare una parte meno nota del suo lavoro
Nuoro, 26 lug. (askanews) – Un progetto che vuole mettere in luce una parte della produzione meno studiata di Henri Matisse, uno degli artisti-totem del Novecento, ossia la sua scultura. Che sta accanto alla pittura e aiuta a comprendere più a tutto tondo l’opera di un maestro. Il MAN di Nuoro ha presentato la mostra “Matisse – Metamorfosi”, curata dalla direttrice del museo, Chiara Gatti. “Matisse scultore – ci ha spiegato – è un maestro diverso da quello che conosciamo dai manuali della storia dell’arte. È un maestro che abbandona momentaneamente il colore, non è più il maestro dei pesci rossi o dei nudi blu, ma è un artista che scopre il piacere della materia, la passione di frizionare la terra cruda fra le mani. E lo fa per comprendere meglio lo spazio e per comprendere meglio l’oggetto, girarli intorno, racconta, mi serve a comprenderlo meglio”.Il concept della mostra è stato sviluppato nel 2019 dalla Kunsthaus di Zurigo e dal Museo Matisse di Nizza, come un progetto destinato a ripensare Matisse, a riconsiderare il ruolo della sua opera nel panorama dell’arte della prima metà del XX secolo, alla luce di una più ampia ricerca estetica che vede proprio nella scultura il veicolo per nuove e rivoluzionarie soluzioni formali. Al MAN l’esposizione ha portato anche a modificare gli spazi del museo, che, in un certo senso, si è mosso in simbiosi con la pratica di Matisse, che nella scultura aveva sviluppato un’attitudine processuale. Infatti realizzava dei calchi dell’avanzamento del lavoro, per poi poterci ritornare in seguito, cercando di fissare la forma ancora con maggiore precisione e, in fondo, senza mai fissarsi su una forma definitiva. “Questo metodo per conservare il tempo, per conservare il processo artistico – ha spiegato Sandra Gianfreda, curatrice al Kunsthaus di Zurigo – è una cosa molto concettuale che poi verrà ripresa da molti artisti nel corso del XX secolo”.Le metamorfosi, insomma, quasi come cifra profonda di un’arte che, sia con la pittura e la grafica, sia con la scultura, non smette di essere ricerca, flusso e cambiamento. Forse questa è l’eredità oggi più attuale della lezione di Henri Matisse.