Strumenti istituzionali e progetti specifici per politica ambientale
Napoli, 16 dic. (askanews) – È stato presentato a Napoli il progetto innovativo per la protezione e sorveglianza del bacino di alimentazione delle sorgenti di Cassano Irpino, in provincia di Avellino.Difendere le sorgenti d’acqua dolce da minacce antropiche e naturali attraverso un sistema di conoscenze nuove e multidisciplinari e una rete di monitoraggio integrato per valutare lo stato della risorsa acqua e suolo. È quello che ha realizzato una best practice innovativa realizzata dell’Autorità di Bacino distrettuale dell’Appennino Meridionale per il bacino di alimentazione delle sorgenti di Cassano Irpino nell’ambito del PON “Legalità” 2014-2020, per la Sicurezza Idrica – Sicurezza Sociale, finanziata dal Ministero dell’Interno. I risultati del progetto innovativo sono stati presentati nel corso di un evento che si è svolto all’Hotel San Francesco al Monte di Napoli.Vera Corbelli, Segretario Generale dell’Autorità Distrettuale dell’Appennino Meridionale: “Questo è un progetto che si colloca in quella che è la governance della risorsa idrica a livello distrettuale. Come distretto stiamo facendo questo lavoro sul oltre 68mila chilometri quadrati ed è mirato a comprendere lo stato qualitativo e quantitativo della risorsa, gli usi, i problemi e le minacce su questo bene così importante ed adottare delle misure e degli interventi strutturali e non. Nell’ambito di questo programma che abbraccia questa vasta area abbiamo realizzato dei progetti specifici”.Su queste premesse è stato sottoscritto un Protocollo d’Intesa tra l’Arma dei Carabinieri e l’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale grazie al quale sono state messe a disposizione dell’Arma dei Carabinieri le expertise dell’Autorità di Bacino Distrettuale per l’analisi e l’interpretazione di dati acquisiti con strumentazione in dotazione dell’Arma dei Carabinieri e sono state potenziate le infrastrutture delle sedi dei NOE con la fibra ottica, anche mediante gli apparati di rete già attivi.Il Generale di Corpo d’Armata Andrea Rispoli, del Comando Unità per la Tutela Forestale, Ambientale e Agroalimentare: “Il protocollo è importante non come documento, è importante perché crea sinergia tra le istituzioni, in questo caso l’arma dei carabinieri, l’autorità Distrettuale dell’Appennino Meridionale e tutte quelle collegate alla sicurezza del territorio. È un progetto molto ampio e quindi questa strategia è importante. L’Arma si caratterizza per due aspetti: la territorialità e quindi la presenza sul territorio e la specialità, quindi mettendoli insieme al protocollo di intesa possiamo creare quella sinergia per dare sicurezza e impedire che in progetti così importanti possano inserirsi attività illecite, lucrose come quelle della criminalità organizzata. Quindi a garanzia del servizio e della tutela del cittadino”.Il progetto si basa su un approccio scientifico che ha consentito di sperimentare un percorso tecnico-gestionale originale, esportabile in altri contesti geo-ambientali, a livello nazionale ed internazionale, costruito su una “rete istituzionale, scientifica e tecnica” sinergica, che ha saputo coniugare l’innovazione tecnologica con le finalità della sicurezza idrica, sicurezza sociale e sviluppo sostenibile del territorio.”Questo rappresenta un progetto pilota, un know-how da estendere ad altri contesti ambientali, sia per i contenuti del progetto sia per la sinergia con le altre istituzioni e l’Arma dei Carabinieri – ha sottolineato Corbelli – Oggi per noi è una giornata molto importante perché oltre a rappresentare quello che il progetto contiene sulla sostenibilità della risorsa idrica, far comprendere quanto è importante la fusione tra le istituzioni per fare emergere quello che non è visibile: l’acqua”.Alla presentazione dei risultati del progetto sono intervenuti, tra gli altri, l’onorevole Vannia Gava, Vice Ministro MASE, il Generale di Corpo d’Armata del CUFA, Andrea Rispoli, il Generale di Divisione, Fernando Nazzaro, del Comando Carabinieri Tutela Ambientale e Sicurezza Energetica, il Direttore del Ministero dell’Interno, Valentina D’Urso e il professore Leonardo Cascini.